Se tu dovessi guardare le persone che percorrono la via del Tasawwuf, you potresti vdere che molti di loro appaiono come sofferenti, in disordine in uno stato di bisogno. Molti tra loro sembrano ignoranti, tanto stupidi quanto disonesti, vanagloriosi, arroganti. Il peggiore tra loro è colui il quale guarda male le persone che praticano l’astinenza, che sono caritatevoli, leali e puri.
I puri hanno caratteristiche e segni distintivi che sono troppo alti e squisiti per essere descritti, troppo lontani dalla nostra realtà per essere immaginati.
Chiaramente distinti dalle persone comuni, da coloro che compiono disastri nel mondo, dalle sporcizie della stessa nafs, è possibile identificare i Sufi attraverso le loro parole, le loro azioni, il loro comportamento. Essi, pulendo constantemente tutto ciò che possa allontanare il loro Cuore da Allah, guardano incessamente null’altro che Lui. Vi sono altri segni distintivi dei Sufi: anche quando sembrano soddisfare le inclinazioni della propria nafs non sono mai attaccati ad essa; anche quando stanno con le persone del mondo, egli non si mischiano alla loro mondanità; hanno un cuore, ma il loro Cuore appartiene ad Allah; vivono il loro tempo, ma sono liberi dalla tirannide del suo fluire.
Egli resta fermo ed immobile, stabile alla presenza del Vero (al-Haqq), non può fare a meno di restare prostrato di fronte la maestà alla manifestazione del Vero (al-Haqq); egli si “accontenta” del Vero (al-Haqq) e non nutre alcun bisogno per altro che Lui. Anche queste sono caratteristiche tipiche dei Sufi.
Il Sufi frusta il suo Cuore con la paura di rivolgersi, sia nella forma esteriore quanto nel suo intimo segreto, ad altro che non il Vero (al-Haqq); questa paura sigilla la connessione tra lui ed il Vero(al-Haqq). Il Sufi ha illuminato la sua nafs con la luce (nur) del servizio, il suo cuore con luce (nur) dell’Amore (muhabbat) e la sua essenza con la luce(nur) della Conoscenza (marifat).
Il cuore del Sufi vola sulle ali dell’ardore divino (Ashk). Un altro segno distintivo del Sufi è il suo esssere insieme al Vero (al-Haqq), per il Vero (al-Haqq) sulla via del Vero (al-Haqq) in ogni istante, sia che si trovi colmo di gioia sia che si trovi nel profondo della sua tristezza. Il Sufi si allontana ed evita il possesso delle cose create, ma dal Vero (al-Haqq) si rivolge verso la Sua presenza con tutto il suo essere. Per i Sufi il piacere di essere un amico del Signore (Rabb) dei Mondi è nascosto nell’intensità e nella delizia che provano trovandolo incessantemente.
Il Sufi ha abbandonato sé stesso rivolgendosi interamente verso il Vero (al-Haqq), a differenza delle altre persone, egli ha piena fiducia in Lui e in Lui ha trovato ogni certezza.
Sia esteriormente che nel segreto il Sufi ha sottomesso tutti i suoi desideri e le sue scelte al Vero (al-Haqq). Recitando al-Haqq tutto il tempo con la sua lingua e con il suo Cuore, egli mai affoga nel mare della blasfermia, e, mai si smarrisce del deserto della dimenticanza.
Egli sa di essere sempre sotto lo sguardo del suo Signore (Rabb), che conosce ogni suo stato. Così si annulla di fronte la supremazia dello sguardo del Vero (al-Haqq); il suo essere viene fatto a pezzi di fronte alla magnificenza della Sua Potenza. Avendo lasciato andare ogni dolcezza che non sia l’Amore del suo Signore (Rabb), il Sufi si immerge totalmente nel mare delle Sue benedizioni in uno stato puro.
Il Sufi percorre la reatta via, la via per essere servo (qull) di Allah, senza però fermarsi alla superficiale pratica exoterica (ibadat). Grazie al suo Cuore stabilito nella fiducia in Allah, egli rimane lontano da ogni occupazione che lo distragga da Allah. Nondimeno egli è estramenente modesto di fronte alle persone religiose (iman). Fino al momento in cui raggiunge l’intimità con Allah, egli veste il mantello della tristezza ricercando il Suo perdono e le Sue benedizioni.
La lingua del Sufi è una cosa sola con il suo Cuore: è un unico in essenza e parola. È giusto in ogni suo atteggiamento a nel parlare; segue l’ammonimento che viene dal verso: “Perché parlate di ciò che non siete in grado di realizzare?” (As-Saf, 2). Egli è grato per le piccole benedizioni ed è paziente di fronte alle grandi difficoltà. Si sottomette volentieri alle decisioni del Signore (Rabb) della grazia e il suo Cuore è sempre sveglio per Allah.
Non ha paura se non che di Allah, non si aspetta niente da nessuno se non che da Allah. Quando domanda qualcosa, la domanda ad Allah. Sa che non c’è altro essere che possa causare danno o benedire o rialzare o far precipitare in basso o che dia ricchezze o miseria se non Allah.
Il Sufi segue la sunnah e l’etica del Profeta di Allah e la Via del suoi compagni (Ashab). Mentre le persone sono impegnate con il proprio destino, egli è impegnato con il Creatore di tale destino; mentre le persone sono impegnate nel prendere precauzioni, egli è impegnato con il Vero (al-Haqq) che fa ogni cosa con precauzione.
Il sufi veste il mantello del servizio con edep (adab – letteralmente avere buone maniere, sapersi comportare). Si poggia sul cuscino della povertà spirituale (faqr) e del non-possesso. Così diviene accetto nella stanza dell’intimità con il suo Signore (Rabb) e ne è suo intimo testimone. Egli beve dalla Sua coppa di Amore ed Amicizia. Il Sufi resta tranquillo e beve la propria rabbia, non si dà pena con i desideri della nafs, e lascia in disparte gli affari mondani e le comodità della vita.
Una persona che si allontana dai desideri della propria nafs, che abbandona gli affari mondani e le comodità della vita per paura che possano introdurre una qualche distanza tra lui ed il suo Amato, questi è il più grazioso e pio, il più integerrimo e pulito, il più saggio e degno di rispetto. Egli guarda al mondo con l’occhio della vigilanza, guarda alla propria nafs con rigore, guarda all’altro mondo (ahirat) con speranza, ma soprattutto guarda in perpetua adorazione il suo Signore (Rabb).
In termini di lealtà il Sufi è incrollabile come le alte montagne: nessuna tempesta, per quanto violenta, può smuoverlo dal suo posto. Egli non vuole ciò che non gli appartiene, e non si preoccupa di ciò che non gli viene concesso. Egli è ben lungi dall’essere schiavo del creato, ma ha posto sé stesso al servizio del Signore (Rabb) dei mondi. Non volta la faccia al Vero, solo perché problemi e fastidi gli si parano innanzi; egli non sceglie null’altro che Lui come sua Amato. La nafs del Sufi è scevra da colpe e miserie, il suo Cuore è ben lontano dall’ignoranza e dalla cupidigia: il suo cuore non si potrebbe accontentare di nulla se non del Vero (al-Haqq).
Il sostegno del Sufi è l’approvazione di Allah. Il suo Cuore si appoggia solo su Allah, solo a Lui si sottomette. Egli è grato ad Allah per ogni benedizione. Egli presenta le sue necessità solo a Lui. In qualunque circostanza si trovi il Sufi, egli è l’amico del Vero (al-Haqq), a Lui si volge in ogni sua azione: ha abbandonato la sua volontà ad Allah. Il suo sonno è poco, la sua tristezza è profonda, il suo corpo è debole, il suo amico è Allah il Sovrano (Malik) e il Sublime (Jalil).
Allah ci è sufficiente, Egli è un curatore gentile!